Giuda, il cane scavatore – terza puntata

Ritorna il cane Giuda Scavatore. Credevo che mi sarei interrotta con la seconda puntata, perché quel racconto non mi entusiasmava più; invece grazie a tre amici, Chiara e i due Alessandro, la storia riprende e cambierà forma: non più trash demenziale, ma drama-crime.
E’ la prima, primissima volta, che un mio racconto di fantasia si ispira, almeno nei nomi e alcune situazioni, a persone reali che ovviamente sono d’accordo. “Usa i nostri soprannomi e fanne quello che vuoi, questo è un ordine!” Parole testuali. Loro mi aiuteranno nello sviluppo delle trame. E, come ci ha abituato il cane Giuda, non si è mai arrivati al fondo: c’è sempre qualche altro posto dove scavare! Unica differenza: i nomi dei personaggi ispirati alla realtà sono stati modificati. Non Alessandro (Alex) ma Andrea (Andy), non Chiara ma Sara.

Avevamo lasciato il signor Ciro che finalmente è riuscito ad adottare il cane Giuda.
Sembra che da subito tra i due ci sia simbiosi, ma Giuda sta iniziando a mettere Ciro in situazioni pericolose: l’avevamo lasciato davanti al cancello del cimitero. Cosa accadrà?

Giuda, il cane scavatore: terza puntata. Nuovi incontri

“Giuda! Giuda! Dove vai!” Urlò Ciro.
Incurante, il cane galoppò all’interno del cimitero, naso a terra.
“Ma com’è possibile! Io lo lascio un attimo, e adesso quello mi sporca in cimitero e poi mi faranno la multa!”
“Giuda! Giuda! Torna subito qui!” Urlò Ciro. Il cane non rispose: Ciro sentì solo, in lontananza, il suono delle zampe che scavavano il terreno. Poi lo sentì correre, ma non nella sua direzione!
“Dannazione non gli ho ancora messo la medaglietta! L’ho perso ancora prima di averlo portato davvero a casa!”
In lontananza, si udì un fischio, e il cane seguì il richiamo. “E ti pareva!” boffonchiò Ciro. “Adesso il primo cretino che fischia, mi ruba il cane!”
Due uomini sulla trentina, uscirono trafelati dal cancello seguendo la corsa del cane Giuda, che raggiunse Ciro scodinzolando, col muso sporco di terra e una scatola di legno tra le mascelle.
“Mi scusi, è suo il cane, signore?” chiese l’uomo più elegante. “Ha fatto un casino! Ha preso quella scatola di legno e ci ha portati fin qui!”
“Sì! Sono mortificato, al mio cane purtroppo piace scavare e si è messo a farlo nel luogo meno opportuno. La ringrazio di avermelo riportato, signor… ”
“Andrea. Andy Gifter, per gli amici”.
“Andrea anch’io”, si presentò l’altro. “Andy chaser”.
“Io mi chiamo Ciro, sono molto dispiaciuto per questo increscioso episodio! Sa, l’ho appena adottato. Siamo alla prima esperienza, io con lui, lui con me!”
“Noi siamo venuti qui a cambiare i fiori alla povera mamma di Chaser, e il suo cane ci è venuto incontro, l’abbiamo seguito perché ha preso qualcosa che mi appartiene.”
“Scusate davvero, non so come sdebitarmi! Il mio cane avrà sicuramente sporcato in cimitero!”
“Non mi sembra di averlo visto fare i bisogni”, disse Chaser. “Si è solo messo a scavare vicino alla tomba di un’amica nostra.
“Lei sta dicendo che questa scatola è di quella persona che è deceduta, allora?”
“Non esattamente”, spiegò Gifter. “Lei mi ha chiesto che se le succedeva qualcosa io avrei dovuto custodirla meglio che potevo, e ho pensato di seppellirla vicino a lei”.
“Sono costernato, Giuda l’avrà rovinata! Non so come ripagarla, signor Gifter … mi fa strano darle del lei e chiamarla col soprannome ma si è presentato così!”
“E facciamola finita”, rispose Gifter, deciso. “Chiamami Gifter, lui chiamalo Chaser, diamoci del tu e smettiamo con le formalità, non servono a niente.”
“Sì, meglio! Ma … tu sei Ciro quello che tocca le ragazze in bus!” domandò Chaser, curioso.
“Chaser! Sempre la solita pettegola sei!” Gifter sembrò imbarazzato dalla domanda inopportuna.
“Ah, allora voi siete… Siete una coppia … Una coppia, come si dice adesso, una coppia moderna?” sussurrò Ciro, a disagio, parlando a labbra semichiuse.
“Una coppia gay! Semplicemente una coppia gay. Possibile che devi aver paura solo a pronunciarlo!” Chaser sembrò molto irritato. “Questo inizia proprio male, chissà che si tolga dai piedi lui e il suo sacco di peli”.
“Senti un po’!” lo rimproverò Gifter. “Lui non ci ha offesi. Tu sì, però! Non puoi sempre andare sulla difensiva ogni volta che incontriamo qualcuno!”
“Noi non facciamo certe schifezze, Gifter. Noi non tocchiamo il sedere a chiunque ci passi a fianco, lui sì, invece, mi risulta! E si vergogna a parlare di gay. Non so io!”
“Per favore! Lascia perdere, ti metti allo stesso livello della Cesira! Non mi diventare come la giornalaia, ti prego! Te lo ripeto, lui non ci ha offesi!”
“Non farti problemi, Gifter, sono abituato a sentirmi dire veramente di tutto.”
“Sì, ma a ogni cosa c’è un limite! Ogni tanto Chaser è permaloso da morire, si arrabbia per un niente”.
“Mi sembra di capire che anche tra omosessuali è chiaro fin da subito nella coppia chi ha i pantaloni, vero Chaser? Tra uomini ci comprendiamo…” Ciro tentò di stemperare l’atmosfera.
“no, Ciro. Non è questione di pantaloni. Certe cose mi danno fastidio, e che Gifter voglia o meno, se serve te le dico sulla faccia. Tu importuni le donne, e sei arrivato ai cinquanta che hai solo il cane!”
“Chaser, vuoi proprio renderti antipatico da subito?”
“Figurati, il problema è che il tuo amico ha perfettamente ragione! Non mi conosce affatto ma ha detto una verità!”.
“Compagno!” Lo corresse Chaser. “Chiama le cose col loro nome! Ascolta, Ciro. Io non voglio farmi gli affari tuoi ma te lo dico per esperienza. Certe fantasie non devono mai concretizzarsi, altrimenti ti rovini la reputazione e la vita!”
“Ciro, ora però devi scusarci”, dovremmo andare. Ma prima bisogna che…”
Andy Gifter si avvicinò a Giuda, chinandosi di fronte alla scatola in legno.
“Questa devo andarla a riposizionare dove era prima! Mi dispiace davvero! Forse il tuo cane voleva farti un regalo, ma questa scatola…”
Gifter allungò la mano, e Giuda ringhiò.
“Ehi! Sei pazzo?” disse Chaser, spaventato. “Non conosci quel cane, potrebbe morderti, potresti ferirti e poi…”
“Scusate, ci penso io!” rassicurò Ciro.
“Dai,Giuda! Lascia subito. Subito!” ordinò Ciro, con voce decisa.
“Forse ha bisogno di essere un po’ distratto?” ipotizzò Gifter. “O premiato. Sai, io ho avuto un sacco di cani, per un periodo ho lavorato in una scuola che addestra cani per ciechi”.
“Quanto è piccolo il mondo, Gifter! Il mio cane arriva proprio da una scuola così! Nessuno ha voluto prenderlo in carico, perché qualcuno gli ha dato il nome Giuda!”
“oh! Certo! Giuda! Sì! Quella è stata tutta colpa mia, un mio errore di battitura! E poi il nome mi era piaciuto e gliel’ho lasciato!” esclamò sorpreso Gifter.
“Non lo avevo nemmeno riconosciuto! E’ ingrassato un sacco, quella frustrata che lo teneva prima di te, l’avrà riempito di cibo spazzatura.”
“Ma lui ha riconosciuto te”, scherzò Chaser. “Ti odia, per il nome che gli hai dato!”
“Mi odia perché lo ho lasciato nelle mani di quella… Ritengo opportuno essere corretto nei tuoi confronti, Ciro. Non è stato il nome, a farcelo scartare. Ora che non lavoro più in quel postaccio, posso parlare apertamente!”
“Allora vuoi dire che la storia del mancato affidamento alle famiglie per colpa del nome, era falsa?”
“Sì, Ciro. Falsissima. Lo stavo addestrando e me lo hanno portato via!” A Gifter, scese una lacrima. Abbassò lo sguardo, imbarazzato.
“Ma cosa tiri fuori vecchie storie! Ormai il passato è passato!”
“No, Chaser. Ciro è il suo nuovo conduttore, deve essere a conoscenza di tutto quello che è successo! Sai Ciro, avevo io in carico l’addestramento di quel cane. era già un mese e mezzo che procedevamo, andava tutto a gonfie vele, Giuda rispondeva perfettamente ai comandi e non dava alcun segno di aggressività, anzi.”
“E allora, cosa è successo?”
“L’unico grande difetto che tentavo di levargli, era annusare ovunque. Se sei in guida non puoi annusare da nessuna parte, ti distrae!”
“Se è così, adesso potrei fargli fiutare i miei piedi, perché ti restituisca la scatola!” ironizzò Ciro.
“Non vuole mollarla, Gifter! Qui la vedo proprio dura riaverla indietro sai”.
“Sta cercando di aprirla, il mascalzone!” Ciro prese il cane per la collottola, e strinse; con l’altra mano gli mollò uno schiaffo sul sedere. “Fermo, Giuda! Se no le pigli più forte!”
“No, Ciro! Le botte no! Non otterrai mai nulla dal cane, così.”
“Avrai occasione di insegnarmi come si fa, allora. Io purtroppo sono negato. Con le persone, e gli animali. Mi dicono che sono la persona più negativa del mondo!”
“Per la negatività non è un problema”, disse Gifter, tranquillo. “Quella è una condizione precaria, in qualche modo la aggiusteremo”.
“Gifter!” lo richiamò Chaser, con sguardo di rimprovero. “Scusalo Ciro, lui è così. Fa ironia, allusioni, anche dove non è assolutamente opportuno.”
“Non preoccuparti, il tuo compagno non ha detto niente di così inopportuno, all’inesperienza si può sempre rimediare, no?”
“Ti finisco la storia, Ciro, poi mi recupero la scatola perché a furia di chiacchiere si sta facendo tardi!”
“Sì, dai, sono curioso. Raccontami!”
“Purtroppo la scuola in cui lavoravo, non è tutto quel paradiso di benefattori che vuole far credere. Giuda, fiutando, ha scoperto dove i miei ex capi nascondevano certi odori… Hai capito, no?”
“Veramente no!” rispose ingenuamente Ciro. “Non colgo, scusami. Certi odori da nascondere, cioè?”
“Qual è quella cosa che ti dà piacere annusare?”
“Mah … potrei risponderti in tanti modi, Gifter! Io ne ho annusata tanta! Sei tu che non sai cosa ti perdi!”
“Ah, sei cocainomane, Ciro?” domandò Chaser, sicuro.
“No, non essere ingenuo anche tu. Ciro alludeva a quella che piace a tutti gli uomini tranne a noi! Quella no, non è illegale, e non si nasconde! In quella scuola i miei ex capi invece fanno uso di droga, tanta droga. Mi segui?”
“Cazzo Gifter!” Ciro rimase sconvolto. “Allora vuoi dire che Giuda ha scavato da qualche parte e l’ha trovata.”
“Esatto Ciro. Le cose sono andate proprio così!”
“E per questo ti hanno licenziato gifter?”
“Naturale! Hanno insabbiato tutto! Giuda mi ha condotto alla buca appena scavata. Io ho visto la droga, non sapevo niente. Ho chiamato una collega con cui ero in confidenza e gliel’ho mostrata, e il giorno dopo mi sono trovato due brutti figuri che mi sono venuti incontro con un coltello a minacciarmi”.
“E tu hai reagito, immagino.”
“Ciro, io non ho paura dei coltelli. Se voglio, dentro di me ho un’arma molto più potente…”
“Gifter!” lo rimproverò Chaser. “Non mi pare opportuno sbottonarsi in questo modo! Lo spaventi, così!”
“Dio mio, devo avere paura?” Ciro guardò Gifter, incerto, spaventato.
“No, Ciro. No! Io ho solo fatto arti marziali. E se uno mi viene contro nella giornata sbagliata, ha finito di vivere. Ma a quei due delinquenti ha pensato Giuda, mi ha difeso come ha potuto poveretto. Li ha morsi entrambi.”
“E poi che è successo?”
“Mi hanno impedito di addestrare qualsiasi cane, e Giuda è stato rinchiuso in recinto, pieno di valium. Volevano abbatterlo, ma io mi sono opposto con tutte le mie forze minacciando di far uscire allo scoperto i loro addestramenti illegali, collari elettrici, botte, fruste, cani lasciati senza cibo e al freddo, non ti dico altro.”
Gifter guardò Ciro, e poi Giuda, con gli occhi lucidi.
“Sì ma allora perché cavolo ti hanno licenziato! Tu hai difeso il cane, hai difeso anche la scuola, dagli illeciti. No?”
“Ciro, Ciro. Tu non sai come funziona in quel postaccio! Mi hanno buttato fuori a calci, perché secondo loro la droga l’avevo portata dentro io. Certo, il giovane istruttore nuovo arrivato e gay.”
In quel momento, Giuda mollò la scatola. Gifter si chinò, accarezzò il cane, e prese in mano quel prezioso oggetto.
“Bravo, Giuda! Bravo! Premialo, Ciro. Dagli un biscotto se ce l’hai!”
“No purtroppo, gliene ho dato uno prima ed era l’unico che avevo. Ho molto da imparare, dovrai insegnarmi!”
“Sì, certo! Giuda è anche un po’ mio! Sono a disposizione per qualsiasi consiglio.”
“Quanto devi aver lottato, tu, per quel cane. Mi stai dicendo anche che Bertilla Piangimorto e tutti gli altri hanno raccontato una serie di bugie?”
“Sì, esattamente. Pensa che hanno creato un profilo social falso a mio nome. Un post diventato virale, secondo cui mi sarei rifiutato di addestrarlo, e l’avrei dato in adozione.!”
“Davvero vergognosi! Un post del genere avrà scatenato la rabbia di tutti gli amanti degli animali!” Ciro ascoltò curioso, sempre più interessato.
“Credimi, se quella disgraziata di Bertilla non si fosse fatta avanti, me lo sarei portato a casa io. Anche a costo di portarlo via di notte, e, con tutto il rispetto per te Ciro, forse sarebbe stato meglio così!”
“Bertilla piangimorto non lo ha trattato male, sai. E’ lei che è un po’, come dire, sopra le righe!”
“Un po’ tanto! Quella è la persona più cattiva, falsa e odiosa che ci sia, lacrima facile che nasconde la calunnia! Poi i cani li alimenta in modo scorretto, hai visto adesso Giuda è uno sgabello, con me era un fuscello!”
“Senti, Gifter, grazie mille della conversazione! La più lunga e interessante degli ultimi 12 mesi, si può dire.”
“Quasi mi dispiace lasciarti andare con Giuda, ma spero che tu possa ricambiare tutto l’amore che lui saprà donarti. Unica cosa, cerca di non usare le mani, come hai fatto prima. Altrimenti davvero te lo porto via, non scherzo.”
“Gifter, non vorrai mica che finisca tutto così! Ora che so la storia, possiamo vederci ancora. Magari non in cimitero, possibilmente, se Chaser non ha nulla in contrario!”
“Io? Dovrei oppormi? Siamo sempre qui in paese, quando non siamo di turno!”
“Che lavoro fate, se posso?”
“Io faccio terapia con gli animali, pet therapy in ospedale”, rispose Gifter. “C’è Sandra, che lavora col mio gruppo, una bellissima Labrador color cioccolata. Chaser invece è infermiere in ematologia”.
Gifter consegnò a Ciro due biglietti da visita. “Questi sono i nostri numeri, se vuoi, quando vuoi. Se siamo liberi, andiamo a farci tutti insieme una bella passeggiata!”
“Sarei curioso di sapere cosa contiene quella scatola, me lo dirai un giorno, magari in passeggiata!” Ciro guardò quell’oggetto, in mano al suo nuovo amico.
“Forse forse è meglio che ce la portiamo a casa, Gifter. Io qui non me la vedrei proprio tanto al sicuro!”
“Già, per una volta hai ragione. La ripuliamo e ce la portiamo via, troveremo dove nasconderla! Ciro no, non posso rivelarti nulla: ti dico solo che non è droga, non è niente di illegale. Ma parlarne violerebbe una promessa fatta a chi non c’è più.”
“Oh! Ma … stavo guardando cosa c’è scritto sopra. Freddie? C’entra qualcosa col cantante dei queen, ho capito male?”
“No, Ciro. Non hai letto male, ma purtroppo non posso parlarti di questo. Scusami!”
E sul segreto di Gifter, si conclude la terza puntata di Giuda scavatore.