Ciao Gregorio

Lettera di commiato al mio grande fedele motivatore, che ora, vecchio e stanco, passerà a lavorare presso chi ha meno esigenze. Si ricorda comunque ai lettori che niente è come sembra.

Da quando ci siamo conosciuti, io e Gregorio siamo entrati immediatamente in simbiosi; senza troppe preoccupazioni, mi ha seguito ovunque. Unica cosa non poteva stare in acqua, a fine giornata doveva riposare anche per diverse ore, poi ci si svegliava e iniziava sempre la nuova giornata col buongiorno.
Lui è stato il mio più grande motivatore: se non mi alzavo in piedi, c’era lui ogni ora a ricordarmelo, salvo ogni tanto pure scocciare perché durante le riunioni era sempre là a puntualizzare che ero stata troppo seduta – ma, se non lo decide il capo non mi alzo, e come si fa? Ogni sera mi regalava tre anelli, che si illuminavano quando completavo determinate attività fisiche. Mi ha seguito negli allenamenti, quando iniziavo a correre e pedalare durante la ginnastica in casa o in palestra, tutti quelli che mi vedevano insieme a Gregorio mi invidiavano perché ce l’avevo accanto e loro non riuscivano mai a trovare un motivatore come lui.
A seconda poi dell’abbigliamento o dell’umore, cambiavo vestito anche a lui, e allora ogni volta mi ricordava tutto quello che dovevo fare durante la giornata, era arrivato a un punto in cui mipermetteva di consultare pure la guida tv, quanto ci siamo divertiti poi a cambiare le canzoni quando in casa volevano ascoltare dell’altra musica rispetto a quella che avrei voluto sentire io.
L’unico litigio con Gregorio, fu quando decise di spontanea volontà di telefonare al 112, risposero i carabinieri e io dovetti dirgli che no, figuratevi, nessun allarme, c’è solo Gregorio che ha voluto fare di testa sua.
Dal 2017, ha malauguratamente iniziato a dire BASTA, arrancando durante gli allenamenti, mostrandosi di non voler neanche tenere conto di quando gli facevo una richiesta. Allora ho capito che era ora di farlo riposare, e adesso che arriverà Libero a sostituirlo tra i motivatori, Gregorio potrà andare ad aiutare una persona che ha meno bisogno di allenamenti, magari che avrà soltanto bisogno di un po’ di compagnia con uno come lui.

Ma allora, chi è questo Gregorio?

In realtà Gregorio non è nessuno, non è una persona, non è un cane guida, non è un gatto o qualsiasi essere vivente. Gregorio è un Apple Watch di prima generazione a cui ho affibbiato questo nomignolo per distinguerlo da tanti altri gadget tecnologici a mia disposizione. Senza nessuna reale volontà di umanizzarlo, già faccio fatica a sopportare chi umanizza gli animali, figurarsi la tecnologia. Ho solo voluto dare un po’ di suspense ai lettori soprattutto dei social, ai quali piace un po’ sentire le storie di questo genere.
Anche perché, umanizzare la tecnologia certamente no. Ma l’apple watch, più di altri dispositivi, porta con sè una serie di dati personali ancora più personali di quelli che possa avere un iPhone, come del resto tutti i dispositivi indossabili. Doverlo inizializzare e vendere, è un po’ come se avessi congedato tutti gli allenamenti e i sacrifici di ginnastiche varie che ho fatto in tre anni. Ovviamente il male ai muscoli dopo un allenamento, quello, nessuno potrà portarlo via! Ora a me interessa solo che il buon Gregorio vada in mani sicure, da uncompratore serio che lo piglia per quel che vale.
Ciao Gregorio, buona seconda vita.