Keira Knightley, cartoni proibiti, e la lungimiranza dei piccoli

La Sirenetta, Cenerentola, Biancaneve. Queste sono storie che, nei libri o nei film, ci sono sempre state tramandate da secoli. Eppure, qualcuno a casa propria vorrebbe proibirle. Ma ti pare?

Il mondo della fantasia e dei cartoni animati mi ha sempre affascinato, specialmente quelli che parlano di robot, mostri, tecnologie del futuro, super eroi, astronauti… per non parlare poi della vera e propria passione che avevo per “siamo fatti così”, quello che ha tradotto in animazione lo studio del corpo umano; invece disprezzavo quelli destinati alle femminucce, tipo Candy Candy, il libro cuore, Georgie, Lovely Sara… Unica eccezione era Mila e shiro due cuori per la pallavolo, perché avevo le amichette che iniziavano a giocare e la pallavolo è sempre stato uno sport che, a suo modo, mi ha sempre incuriosito.
Però assieme ai cartoni della tv, c’erano anche i film Disney, che mia sorella si è letteralmente mangiata con le videocassette mentre io alcuni di quelli sono andata al cinema a vederli insieme a mia cugina Irene: la sirenetta, biancaneve, pinocchio, red e toby nemici amici … ma il mio preferito è sempre stato Basil l’investigatopo, il primo “super eroe” animale, che mi ha fatto appassionare per l’investigazione e, in futuro, i polizieschi.
Nonostante io non abbia mai amato cenerentola, biancaneve, la sirenetta, raperonzolo e tutte le principesse sfortunate salvate dal principe buzzurro di turno, sono dell’opinione che ognuno di questi racconti faccia parte della nostra cultura, pur venendo per la maggior parte da Germania, Francia e Danimarca; sono fiabe che ai bambini vengono lette da secoli, a seconda delle epoche hanno subìto vari adattamenti, ma esattamente come i libri di mitologia devono essere lette, interpretate e soprattutto contestualizzate.
Chi evidentemente questo non l’ha capito, è l’attrice britannica Keira Knightley, la quale ha dichiarato di aver vietato i cartoni animati Disney dove la principessa viene salvata dal principe azzurro, perché “danno una visione vecchia e stereotipata delle donne”, affermando anche che lei appoggerà qualsiasi scelta che la figlia Edie potrà fare da adulta.
Ora, no che l’opinione di Keira Knightley sia influente per la prosecuzione o estinzione del pianeta, come non è rilevante pensare ai cartoni della disney; ma mi stupisce come una persona che a parole sostiene di combattere i pregiudizi in favore della libertà femminile, si comporti con la figlia in modo oppressivo. Tale e quale a quelli che invece vorrebbero dare ai figli una educazione stereotipata. Non posso mettere lingua sul discorso educazione perché non sono e non voglio essere pedagogista, ma a me dà tanto impressione che la keira knightley abbia bisogno la mattina di farsi una tazza di sciroppo alla coerenza, perché facendo vedere alla propria figlia solo cartoni affini al proprio pensiero, già da piccola la si abitua a non avere tutti gli strumenti adeguati per scegliere – di solito si parte dai cartoni, per poi andare oltre.

La sirenetta: una storia che ha tanto da raccontare

Purtroppo, quella di opprimere i cartoni che vanno contro il suo pensiero, è una scorciatoia per Keira Knightley, per evitare la strada più lunga e difficile: quella della spiegazione e il confronto con la propria figlia su tematiche complesse, che non sempre può essere adattato alla sua età.
Prendendo ad esempio la sirenetta, quella tra le tante è la storia più complessa perché affronta dei temi davvero molto difficili da spiegare a un bambino.

  • amore e diversità: la sirenetta evidenzia che è impossibile innamorarsi di una persona diversa dagli standard sociali in cui si vive. Andersen era gay, per cui all’epoca l’omosessualità non era affatto accettata e lui doveva rinunciare ad essere se stesso, la sirenetta (quella vera e non quella disney) è la massima espressione del suo sentimento, difatti finisce molto male ovvero che il principe si sposerà un’altra e lei si trasforma in schiuma. Per questo dico, la storia va assolutamente contestualizzata.
  • Per realizzare i propri sogni bisogna sacrificarsi e non sempre ci si arriva. Questo, di fondo, è anche un messaggio ancora attuale. Ma va spiegato nelle dovute maniere e questo è difficilissimo.

Il lieto fine è stato attaccato con lo sputo

La sirenetta disney, per esser proposta ai bambini degli anni 90, non ha più il finale cattivo ideato da andersen; le è stato cambiato finale, ovvero che il principe uccide la strega e poi sposa la sirena, alla quale torna la voce grazie all’intervento dei propri amici animali del mare, e diventa donna per mano del padre che le trasforma la coda in gambe tramite una magia.
Ora, il tentativo di appioppare un lieto fine a questa storia ha creato più disastri di quelli che già la sirenetta, decontestualizzata, è in grado di portare con sè.
Intanto, si fa intendere che per chiunque sia impossibile innamorarsi di chi fisicamente non segue determinati standard. E, volendo, anche le relazioni che nascono tra due persone da città diverse – il mare e la terra potrebbero essere il simbolo della difficoltà a raggiungere un luogo. Nell’800, o prima, era così; adesso per fortuna le cose sono migliorate, anche se comunque non sempre vanno a posto.
In più, specie se la situazione di “diversità” è una disabilità o il colore della pelle, far vedere che la sirenetta ottiene le gambe per merito del padre, a un bambino a cui non lo si spiega, rischia di mostrare come la famiglia abbia sempre la soluzione definitiva per tutto, situazioni irreversibili comprese. Ma anche no!
In ogni caso, possiamo dire quello che vogliamo e criticare le fiabe, ma non farle vedere non è il modo più adeguato per porre delle obiezioni sulle stesse.
Personalmente non mi è mai piaciuto quel cartone, proprio perché percepivo delle situazioni, nella storia, che non mi quadravano; comunque tante volte noi adulti crediamo che i bambini vadano blindati, tenuti fuori da qualsiasi ostacolo perché non capiscono; invece specie i bambini di adesso sono molto più svegli di quel che eravamo noi. E quindi, più gli si vieta di guardare un cartone, e più questi ne saranno curiosi.
Non posso escludere che alla Keira Knightly non possa succedere che, in barba ai divieti, la piccola Edie da grande vorrà proprio trovarsi il principe azzurro che la salva.