Libri e disabilità visiva: quando non leggere è soltanto una scusa

Questo articolo ha preso liberamente ispirazione da un post in inglese sulla lettura con iPhone presente su AppleVis, la comunità internazionale più attiva di utilizzatori Apple con disabilità visiva ma, nel mio blog, non voglio parlare solo di apple, perché non è l’unica modalità che abbiamo per leggere.

Come si stava prima del digitale

Fino a vent’anni fa, o forse anche meno, l’unico modo per un cieco di leggere era o in Braille, oppure su audiocassetta. Forse i più fortunati potevano avere i CD o i floppy disk, ma per la maggioranza si parlava di nastri e libri in Braille, presi in prestito dalle biblioteche e nastroteche gestite da associazioni o cooperative; e come tutti gli oggetti prestati e poi restituiti, non è detto che l’educazione appartenesse sempre a tutti i fruitori del servizio quindi era un classico trovarsi con libri in braille sporchi o con dei punti cancellati o stropicciati, audiocassette o dischetti rovinati, e così via; più delle volte non succedeva, ma quando succedeva erano bestemmie; nel contesto della scuola, poi, c’era qualche raro caso fortunato come sono stata io che avevo la stampante braille a casa e mia madre che si spaccava letteralmente la schiena a mettermi i libri su scanner, almeno quelli di lingue o di italiano; ma chi per la scuola deve contare solo sulle associazioni, si trovava -o si trova tutt’ora- col culo per terra.
Non dimentichiamo poi che, i libri in Braille, sono voluminosi; per rendere l’idea, una pagina scritta in grafia tradizionale, formato A4 fronte-retro, in Braille diventa 6 pagine se il Braille copre solo il fronte, 3 pagine se si usa la tecnologia interpunto, ovvero scrittura Braille fronte-retro per cui lascio immaginare i mal di schiena che venivano quando a 12, 13 anni ci si doveva portare tutti i libri di scuola. Per cui era chiaro che, onde evitare di riempirmi la casa di volumi, mia madre si faceva dare dall’insegnante le parti di libro che erano in programma, e trascriveva solo quelle.

E per la lettura nel tempo libero?

Non esistono solo i libri di scuola ma si legge anche per svago, o prima di andare a dormire, per evadere dalla realtà e sognare un po’ … Eppure prima del digitale questa libertà doveva essere presa col contagocce. Aspetta i tempi di spedizione dei libri braille o i nastri, prega che non sia rovinato l’uno o l’altro, prega che proprio quel libro di cui hai sentito parlare per tv, o in radio, o dagli amici, sia disponibile in catalogo. E mi raccomando, non ci mettere troppo tempo a leggere, perché poi quel libro devi restituirlo alla biblioteca o nastroteca. E anche in quel caso, nella mia adolescenza, mia madre si spaccò la schiena per trascrivermi al computer tutti i libri che le chiedevo e di cui sentivo parlare su radio deejay; ovviamente non chiedevo di stamparmeli in braille, mi bastava averceli in dischetto floppy ma non appena mia madre iniziò a lavorare e io a voler essere più indipendente, mi resi conto che non potevo leggere più: nel 1998 è arrivato internet, ma anche in quel caso, l’unico modo che avevo di leggere veramente, era quello di trovare dei libri elettronici su circuiti poco legali, i classici protocolli tipo il vecchio napster, eMule, e simili.
Pur ringraziando trascrittori, volontari, scansionatori, donatori di voce, credo proprio che la libertà sia tutt’altra cosa.

Il digitale ha cambiato tutto

La fine parziale dei condizionamenti, arriva nel 2013 con l’uscita di ibookstore, il negozio on line di apple; naturalmente quel negozio era già disponibile in america anni prima, ma come al solito l’Italia è sempre il fanalino di coda quando si parla di innovazione; nello stesso anno è arrivato anche Kindle store, quello di amazon, ma lì non potevo accedere perché l’applicazione era inaccessibile agli screen reader. Per questo, dico che i condizionamenti erano finiti solo a metà; potevo comprare i libri appena usciti, informarmi e leggerne uno di nuovo subito dopo aver letto le recensioni fatte da altri, ma dovevo stare legata ad un unico negozio.
Col tempo, Kindle ha iniziato a diventare accessibile su iPhone e iPad prima, poi su Windows, e l’unica piattaforma che ancora non lo supporta è il mac, almeno lato accessibilità; ma il fatto di poter scegliere di comprarsi dei libri e leggerli su qualsiasi dispositivo, è una libertà impagabile anche perché si può decidere di comprarsi una macchina solo per la lettura, come l’amazon kindle fire. Chi vuole poi con un display braille bluetooth può anche averci la possibilità di leggere in modo tattile, senza obbligarsi a utilizzare la sintesi vocale che non sempre è adatta a tutte le letture.

Non solo store, anche ascolto e streaming

Gli audiolibri stanno prendendo piede, oltre ai libri elettronici; ormai sia lo store di apple sia quello di google, iniziano a vendere libri in formato digitale e audio ma forse il migliore di tutti, come vastità del catalogo, è Audible, di amazon: 10 euro al mese per poter leggere senza limitazioni dei libri che sono stati letti ad alta voce da attori professionisti e talvolta anche dagli stessi scrittori.
In più, tutte le associazioni che danno libri in cassetta o cd, si sono adeguate; il libro parlato dell’unione ciechi nazionale, fornisce i libri gratuitamente in formato audio scaricabile da internet; il centro del libro parlato di Feltre li dà in scaricamento e ascolto per 60 euro all’anno, così come sono gratuiti i libri parlati dei Lions. Inoltre, per quanto riguarda i libri in formato testuale, succede anche che alcuni non vedenti fanno scansione dei testi e se li scambiano però non sarebbe legale e forse non ne vale più la pena, con tutti gli store a disposizione.

Fonti di acquisto e ascolto di libri

Naturalmente, per i centri del libro parlato dell’unione ciechi, dei lions o di Feltre, occorre il certificato di invalidità; gli altri sono servizi mainstream, ovvero disponibili a tutti. Anche google, tra l’altro, ha la sua piattaforma di acquisto e lettura libri testuali o audio; google play libri, disponibile su iOS e android.

Non leggere è solo una scusa

Recentemente ho letto un articolo che si chiamava: In Italia aumentano i non lettori, 30% non ha tempo e sono rimasta disgustata: com’è possibile una cosa del genere? Si ha tempo per mandare foto di gattini, litigare con sconosciuti e fotografare il piatto dove si mangia ma non si ha tempo di prendere un libro, cartaceo o elettronico che sia, neanche per una mezz’oretta al giorno? Già così, è una scusa bella e buona; lo è per i vedenti, che hanno almeno tre canali immediati in più rispetto a noi (Kobo e IBS per i libri elettronici, oppure prendere un cartaceo e leggerselo), ma è una scusa ben peggiore per le persone che non vedono, perché con tutti gli store che ci sono, anche se tra quelli accessibili mancano IBS e Kobo, come detto, non si può più parlare di barriere.
Ci sta che possiamo avercela con gli editori che insistono a vendere non il libro ma la licenza di utilizzo, protetta da diritti digitali che permettono l’uso solo a determinate condizioni; quello dà fastidio anche a me, ma il DRM, gestione diritti digitali, non è e non deve essere una scusa per non leggere, perché se iBookstore funziona solo con apple, il Kindle store ad esempio può essere usato almeno su quattro tipologie di dispositivi diverse: telefono o tablet android, telefono o tablet apple, PC windows, amazon fire.
E allora, sia per scuola sia per svago, non ci si neghi il piacere di leggere, si inizi ad ammettere la propria pigrizia e a combatterla; quella non ha portato mai bene a nessuno.